L’elaborazione della grande quantità di informazioni fisiopatologiche accumulate negli ultimi decenni per lo sviluppo di un’efficiente strategia terapeutica per la malattia di Alzheimer (AD) è una delle principali sfide della ricerca biomedica dei nostri giorni. Storicamente gran parte della strategia terapeutica nella AD si è concentrata sull’aggregazione e il metabolismo della proteina β-amiloide, sebbene anche altri aspetti della patogenesi dell’AD, inclusi l’aggregazione della proteina tau, l’infiammazione, le alterazioni mitocondriali, lo stress ossidativo e le alterazioni di membrana, siano stati presi in considerazione. La validazione di questi target è stata fornita in diverse condizioni sperimentali, ma non ha poi trovato, tranne qualche rara eccezione, conferma negli studi clinici. Vista la complessità della malattia l’adozione di strategie combinate di diversi trattamenti appare come una ragionevole opzione, sebbene solo recentemente sia stata presa seriamente in considerazione. Secondo i principi della medicina di precisione una selezione appropriata dei pazienti dovrebbe guidare l’approccio curativo basato su una strategia multi-target. Analisi genetiche e biologiche in una fase molto precoce della malattia potrebbero contribuire a identificare profili specifici per stratificare i soggetti da trattare con diverse combinazioni di molecole attive.